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Per Michele Anselmi ("Il Riformista") lo scandalo non c'è. Se, come purtroppo e probabilmente accadrà, The Road, il film di Hillcoat tratto dallo strepitoso romanzo di Cormac McCarthy (La strada) e interpretato da Viggo Mortensen, Charlize Theron e Robert Duvall, alla fine non troverà un distributore italiano perché trattasi di pellicola "troppo deprimente" non è il caso di fare drammi. Il consiglio di Anselmi evidentemente non è indirizzato soltanto a noi comuni spettatori, ma pure ai vari colleghi che con toni diversi hanno voluto "denunciare" lo strano destino di questa pellicola. E così sia Romagnoli di "Repubblica" che Langone di "Libero" sono presto liquidati, dipinti come gli ingenui di turno che non si rendono nemmeno conto di quanti soldi costi produrre e far uscire un film. Un film che è stato un flop in America e che sarebbe quindi una follia immettere nel nostro mercato. Bah!
In realtà, e volendo rispettare il punto di vista di Anselmi, il problema è davvero un altro. E in parte è contenuto nella prima delle 5 ragioni illustrate da Romagnoli sul "diritto" di essere messi nelle condizioni di vedere The Road affinché lo si possa "giudicare da noi".
Al punto numero 1 Romagnoli scrive: "questo film è figlio di una grande opera letteraria. Per quel che vale, una giuria incaricata da questo giornale l' ha eletta miglior libro dell' ultimo decennio. Il pubblico concorda: nella fascetta dell' editore italiano, Einaudi, si annuncia "un milione di copie vendute in America" (dove ha ottenuto il Pulitzer) [...]"; e ancora: "La cupezza va bene per i lettori, ma non per gli spettatori ?".
Prendendo spunto da questo dico: come è possibile che il legame strettissimo tra letteratura e cinema vada bene per certi prodotti e male per altri? Come è possibile che l'Italia snobbi un'opera tratta da un romanzo dello stesso autore di Non é un paese per vecchi, che nell'omonima trasposizione dei fratelli Coen ha sbancato i botteghini?. Qui non si tratta, come scrive Anselmi, di gridare W The Road e ABBASSO Avatar, ma si tratta semmai di essere almeno un po' obiettivi. Io The Road non l'ho visto, ma ho letto il libro, e non posso che notare molte somiglianze con Non è un paese per vecchi. Non nella storia, certo, nè nei personaggi, ma nel messaggio di fondo, in quel modo disperato di guardare l'Umanità e il suo Futuro Prossimo. Per questo, di fronte a tutto questo, mi sento proprio come Tommy Lee Jones, lo sceriffo a un passo dalla pensione del western coeniano: molto semplicemente, non riesco a capire.
Arguto, Lord. Aggiungerò il tuo blog tra i link del mio nascente sito...non che serva a nulla...però!
RispondiEliminanon fa troppo l bulo, quando posti. comunque c'hai ragione. e passa presto a wordpress. molto meglio. molto più professionale. potresti mettere su un sito intelligente.
RispondiEliminaTrippa me stà. ma me devi dà 'na mano...
RispondiEliminaAspetto, Elicottero, aspetto.
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